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Misure di risparmio: è ora di cambiare rotta!I firmatari esigono da Governo e Parlamento lo stralcio immediato delle suddette misure di risparmio e, contestualmente, l’apertura di un tavolo negoziale volto a eliminare ulteriori tagli nei servizi essenziali e a invertire la rotta del nostro Cantone. La misura è colma. Non accetteremo più che il peso della crisi venga scaricato sulla popolazione più bisognosa e su chi garantisce cure, istruzione e sostegno.360 von 400 UnterschriftenGestartet von Sindacati OCST, VPOD e SIT
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LETTERA APERTA PER LA FINE DELLA COMPLICITÀ SVIZZERA AL GENOCIDIO DEL POPOLO PALESTINESEDi fronte al genocidio che si sta verificando nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 per mano di Israele, un movimento spontaneo di studenti e studentesse delle scuole del Cantone Ticino si mobiliterà il 17.11.2025 sotto la guida del Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti (SISA) per organizzare una giornata di tematizzazione e riflessione su quanto sta accadendo in Palestina, con un corteo conclusivo a Bellinzona. Il 17 novembre è una data simbolica poiché è la giornata internazionale degli studenti, stabilita in ricordo degli eccidi nazisti degli studenti cecoslovacchi che si opponevano ai nazisti. Affermare che il genocidio in corso da più di due anni sia unicamente portato avanti da Israele e dal suo governo non è solo riduttivo: è del tutto falso. Le colpe del governo di Netanyahu non possono e non devono essere usate per nascondere la totale complicità dei governi occidentali in ciò che sta accadendo. La copertura mediatica, diplomatica, politica, economica e soprattutto militare che gli Stati Uniti, l’Unione Europea, la NATO e purtroppo anche la Svizzera stanno fornendo ad Israele sono ciò che permette il massacro giornaliero di civili palestinesi. Non riconoscendo lo Stato di Palestina, mantenendo collaborazioni militari e commerciali con Israele e tacendo sui suoi vergognosi crimini, la Svizzera non solo tradisce la sua neutralità e getta discredito sul suo corpo diplomatico, ma si rende complice di ciò che sta accadendo. Gli studenti e le studentesse e i cittadini e le cittadine non ci stanno, e pertanto rivendichiamo i seguenti punti.214 von 300 UnterschriftenGestartet von Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti SISA
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Let the P. family live in safety – protection not deportation!Mrs. and Mr. P. fled the civil war in Sri Lanka seven years ago. They sought protection, but in Romania they found only misery, detention, and exclusion. Their asylum application was rejected, they were repeatedly imprisoned for “illegal residence”, and even when their child was born, they received no medical assistance. To escape imminent deportation to Sri Lanka, the family fled to Switzerland in early 2025. However, the SEM rejected their asylum application stating that their procedure in Romania was still open, despite clear evidence proving otherwise. Since then, the family has lived in fear. Two violent deportation attempts failed, with the police using excessive force during the most recent incident. Afterwards, the father attempted to take his own life. If the family is returned to Romania, they face the risk of deportation to a country they once fled – Sri Lanka – where political imprisonment or even more severe consequences. This family needs protection, not despair. A one-year-old child should be allowed to grow up in a secure and nurturing environment, not overshadowed by the threat of police violence and deportation. Switzerland must not turn a blind eye while those in its care are breaking down. We appeal to the SEM and the Federal Administrative Court: Stop the deportation. Grant family P. asylum and with it the right to security, dignity, and a peaceful life.2 von 100 UnterschriftenGestartet von Peter Sutter
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Laissez la famille P. vivre en sécurité – Protection plutôt qu'expulsion !Mme et M. P. ont fui la guerre civile du Sri Lanka il y a sept ans. Ils cherchaient une protection, mais en Roumanie, ils n'ont rencontré que la misère, la détention et l'exclusion. Leur demande d'asile a été rejetée, ils ont été emprisonnés à plusieurs reprises pour « séjour illégal » et même lorsque leur enfant est né, ils n'ont reçu aucune aide médicale. Pour échapper à la menace d'expulsion vers le Sri Lanka, la famille s'est enfuie en Suisse au début de l'année 2025. Mais le SEM a rejeté leur demande d'asile au motif que leur procédure en Roumanie était toujours en cours, alors qu'il est prouvé que ce n'est pas le cas. Depuis, la famille vit dans la peur. Deux tentatives violentes d'expulsion ont échoué, la dernière ayant donné lieu à un recours massif à la force par la police. Le père a ensuite tenté de se suicider. Si la famille est renvoyée en Roumanie, elle risque d'être expulsée vers le Sri Lanka, le pays qu'elle a dû fuir, où elle pourrait être victime d'emprisonnement politique ou pire encore. Cette famille a besoin de protection, pas de désespoir. Un enfant d'un an devrait pouvoir grandir en sécurité, et non dans l'ombre de la violence policière et de l'expulsion. La Suisse se doit de ne pas détourner le regard lorsque des personnes sous sa protection s'effondrent. Nous appelons le SEM et le Tribunal administratif fédéral à mettre fin à l'expulsion. Accordez à la famille P. l'asile et, par là même, le droit à la sécurité, à la dignité et à une vie en paix.158 von 200 UnterschriftenGestartet von Peter Sutter
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Lasciate che la famiglia P. viva in sicurezza – Protezione invece di espulsione!La signora e il signor P. sono scappati sette anni fa dalla guerra civile in Sri Lanka. Cercavano protezione, ma in Romania hanno trovato solo miseria, detenzione ed emarginazione. La loro richiesta d'asilo è stata respinta, sono stati/e arrestati più volte per «soggiorno illegale» e, anche quando è nata la loro bambina, non hanno ricevuto assistenza medica. Per sfuggire alla minaccia di espulsione verso lo Sri Lanka, all'inizio del 2025 la famiglia è fuggita in Svizzera. Ma la SEM ha respinto la loro richiesta d'asilo con la motivazione che il loro procedimento in Romania era ancora aperto, anche se è stato dimostrato che non è vero. Da allora la famiglia vive nella paura. Due tentativi di espulsione violenta sono falliti, l'ultimo dei quali ha visto un uso massiccio della forza da parte della polizia. In seguito, il padre ha tentato il suicidio. Se la famiglia verrà rimpatriata in Romania, rischia di essere espulsa verso un Paese da cui è già fuggita, lo Sri Lanka, dove potrebbe andare incontro alla prigionia politica o a qualcosa di peggio. Questa famiglia ha bisogno di protezione, non di disperazione. Una bambina di un anno dovrebbe poter crescere in sicurezza, non all'ombra della violenza della polizia e dell'espulsione. La Svizzera non può chiudere gli occhi quando le persone sotto la sua tutela si distruggono. Chiediamo alla SEM e al Tribunale amministrativo federale di fermare l'espulsione. Date alla famiglia P. asilo e quindi il diritto alla sicurezza, alla dignità e a una vita in pace.28 von 100 UnterschriftenGestartet von Peter Sutter
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Lasst Familie P. in Sicherheit leben – Schutz statt Ausschaffung!Frau und Herr P. flüchteten vor sieben Jahren vor dem Bürgerkrieg in Sri Lanka. Sie suchten Schutz, doch in Rumänien fanden sie nur Elend, Haft und Ausgrenzung. Ihr Asylgesuch wurde abgelehnt, sie wurden mehrmals wegen „illegalem Aufenthalt“ eingesperrt, und selbst als ihr Kind geboren wurde, erhielten sie keine medizinische Hilfe. Um der drohenden Abschiebung nach Sri Lanka zu entkommen, flüchtete die Familie Anfang 2025 in die Schweiz. Doch das SEM lehnte ihr Asylgesuch ab mit der Begründung, ihr Verfahren in Rumänien sei noch offen, obwohl das nachweislich nicht stimmt. Seither lebt die Familie in Angst. Zwei gewaltsame Ausschaffungsversuche scheiterten, beim letzten setzte die Polizei massive Gewalt ein. Der Vater versuchte danach, sich das Leben zu nehmen. Falls die Familie nach Rumänien zurückgeschafft wird, droht die Abschiebung in ein Land, aus dem sie einst fliehen mussten, nach Sri Lanka, wo politische Gefangenschaft oder Schlimmeres auf sie warten könnte. Diese Familie braucht Schutz, nicht Verzweiflung. Ein einjähriges Kind sollte in Geborgenheit aufwachsen dürfen, nicht im Schatten von Polizeigewalt und Abschiebung. Die Schweiz darf nicht wegsehen, wenn Menschen in ihrer Obhut zerbrechen. Wir appellieren an das SEM und das Bundesverwaltungsgericht: Stoppen Sie die Ausschaffung. Gewähren Sie Familie P. Asyl und damit das Recht auf Sicherheit, Würde und ein Leben in Frieden.2.963 von 3.000 UnterschriftenGestartet von Peter Sutter
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Musterklage: Teuerungsausgleich für MieterWarum das wichtig ist: • Es geht um Gleichbehandlung: Wenn Mieter mit der Teuerung belastet werden, muss auch ihr gebundenes Kapital geschützt werden. • Es geht um Fairness: Die Verzinsung liegt oft bei 0.01 % – während die Inflation 2–3 % oder mehr beträgt. Ein breitgestreuter ETF verdoppelt im 100 Jahresschnitt alle 7 Jahre das Vermögen. • Es geht um Milliardensummen: Allein bei 2 Millionen Mietverhältnissen mit durchschnittlich CHF 4'000 Kaution ergibt sich ein gebundenes Kapital von CHF 8 Milliarden. Der reale Kaufkraftverlust ist enorm.1 von 100 UnterschriftenGestartet von Tobias Marx
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Petizione: La Svizzera non rispetta la Convenzione sul genocidio - Ignazio Cassis deve dimettersiÈ tempo di cambiare la politica estera e di rispettare la Convenzione sul genocidio Ciò significa: cessare immediatamente la cooperazione militare ed economica con Israele e imporre sanzioni contro i coloni violenti, i soldati e le autorità che violano il diritto internazionale. La politica estera del consigliere federale Ignazio Cassis ha causato danni considerevoli alla Svizzera. La sua posizione unilaterale a favore di Israele ha compromesso gli interessi svizzeri, danneggiato la reputazione della Svizzera e messo in discussione i valori svizzeri di neutralità e umanitarismo. La Svizzera segue una strada speciale, mentre il mondo va avanti Mentre molti dei nostri partner più importanti riconoscono la realtà, la Svizzera resta indietro: • 2025: Regno Unito, Francia, Canada, Australia, Portogallo, Lussemburgo, Malta e Belgio hanno riconosciuto lo Stato di Palestina. • 2024: Norvegia, Irlanda e Spagna hanno già compiuto questo passo. 156 paesi riconoscono ormai lo Stato palestinese. Molti di questi paesi hanno già imposto sanzioni contro Israele Una stragrande maggioranza dei paesi si impegna a favore dei diritti umani fondamentali dei palestinesi, mentre la Svizzera si schiera dalla parte della parte che commette genocidio, isolandosi sempre più. Cassis: un ministro degli esteri di parte Il problema è evidente: Pregiudizio comprovato Cassis ha ricoperto la carica di vicepresidente del gruppo di amicizia Svizzera-Israele (2011-2017). Ciò rappresenta un evidente conflitto di interessi nella conduzione della diplomazia in Medio Oriente. Adozione della retorica israeliana Cassis ha ripetutamente adottato la retorica israeliana, in particolare per quanto riguarda l'UNRWA, definendo l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi «parte del problema», invece di difendere l'impegno umanitario e diplomatico della Svizzera. Ignorare i consigli professionali 55 diplomatici svizzeri attuali ed ex diplomatici, nonché oltre 250 collaboratori del DFAE, hanno ripetutamente criticato l'approccio di Cassis, ma egli persiste nella sua linea, compromettendo l'etica e la competenza del suo dipartimento. Silenzio sui crimini di guerra e sul genocidio Mentre l'ONU, le ONG e gli esperti documentano violazioni ripetute e sistematiche del diritto internazionale e genocidi, Cassis rimane sospettosamente in silenzio, rinunciando al ruolo storico della Svizzera come difensore del diritto internazionale. Messa a rischio della neutralità svizzera L'indignazione selettiva e l'evidente parzialità hanno minato la credibilità della Svizzera come mediatrice indipendente. Mancanza di coerenza Mentre la Svizzera ha imposto sanzioni alla Russia per l'invasione dell'Ucraina, non ha fatto nulla di simile nei confronti di Israele, a parte deboli condanne e alcune raccomandazioni non vincolanti. Cosa deve fare ora la Svizzera – Le richieste minime 1. Riconoscimento immediato di uno Stato palestinese, in linea con la posizione svizzera a favore della soluzione dei due Stati (seguendo l'esempio del Regno Unito, della Francia, del Canada, dell'Australia e di altri). 2. Cessazione di ogni cooperazione militare con Israele, almeno per la durata delle violazioni del diritto internazionale. 3. Sospensione degli accordi di libero scambio con Israele fino a quando non sarà garantito il rispetto del diritto internazionale. 4. Imposizione di sanzioni mirate e azioni legali contro i coloni violenti, i soldati e le autorità coinvolte in violazioni del diritto internazionale. La nostra richiesta Chiediamo le dimissioni immediate del consigliere federale Ignazio Cassis dal Dipartimento federale degli affari esteri, affinché i suoi legami personali non compromettano più gli interessi neutrali della Svizzera. La politica estera della Svizzera deve servire la Svizzera e non gli interessi di Stati stranieri. La neutralità deve essere basata su principi e non sull'indifferenza. La tradizione umanitaria della Svizzera deve essere universale e non selettiva. Firmate questa petizione se ritenete che la Svizzera meriti una politica estera che dia priorità ai suoi interessi e sostenga i nostri valori umanitari e la nostra credibilità neutrale sulla scena mondiale.277 von 300 UnterschriftenGestartet von Ivan Abegglen
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100.000 Stimmen für die Anerkennung Palästinas in der SchweizDiese Petition ist wichtig, weil sie auf Gerechtigkeit, Frieden und Menschenrechte aufmerksam macht. Die Anerkennung Palästinas durch die Schweiz: Stärkt die internationale Gerechtigkeit – Palästina hat ein Recht auf staatliche Anerkennung. Fördert Frieden in der Region – politische Klarheit kann den Dialog und Lösungen unterstützen. Zeigt, dass die Schweiz Verantwortung übernimmt – als Land mit humanitärer Tradition kann sie ein starkes Zeichen setzen. Gibt den Menschen eine Stimme – gemeinsam können wir politischen Druck erzeugen und Veränderung möglich machen. Deine Unterstützung zählt! Jede Stimme zeigt Entscheidungsträger*innen, dass die Bevölkerung Veränderung will und für Menschenrechte einsteht.270 von 300 UnterschriftenGestartet von Nadir Amir
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La Suisse n’est pas à la hauteur de la Convention sur le Génocide - Ignazio Cassis doit démissionnerIl est temps de changer la politique étrangère et de respecter la convention légale sur le génocide Cela signifie : mettre immédiatement fin à la coopération militaire et économique avec Israël et imposer des sanctions contre les colons violents, les militaires, ainsi que les autorités qui violent le droit international. La politique étrangère sous le Conseiller Fédéral Ignazio Cassis a provoqué des dommages considérables à la Suisse. Son positionnement biaisé en faveur d’Israël a trahi les intérêts de la Suisse, mis à mal la réputation de la Suisse et remis en question les valeurs suisses de neutralité et d’humanitarisme. La Suisse fait cavalier seul, pendant que le monde avance Tandis que plusieurs de nos pays partenaires reconnaissent la réalité, la Suisse est à la traîne : · 2025 : le Royaume-Uni, la France, le Canada, l’Australie, le Portugal, le Luxembourg, Malte et la Belgique ont reconnu l’Etat de Palestine. · 2024 : la Norvège, l’Irlande et l’Espagne ont déjà franchi le pas. Entretemps 156 pays reconnaissent un état palestinien. Beaucoup de ces pays ont déjà adopté des sanctions contre Israël. Une majorité écrasante de pays s’engagent en faveur des droits humains fondamentaux des palestiniens, pendant que la Suisse se range du côté du parti génocidaire et s’isole ainsi de plus en plus. Cassis : un ministre des affaires étrangers compromis Le problème est évident : Parti pris avéré Cassis a servi en tant que vice-président du groupe d’amitié Suisse-Israël (2011 – 2017). Cela constitue un conflit d’intérêt évident dans la conduite de la diplomatie au Proche-Orient. Reprise de la rhétorique israélienne Cassis a mainte fois repris la rhétorique israélienne, en particulier celle concernant l’UNRWA, désignant l’agence de l’ONU en charge des réfugiés palestiniens une « partie du problème », au lieu de défendre l’engagement humanitaire et diplomatique de la Suisse. Ignorer les conseils professionnels 55 diplomates, anciens et actuels, ainsi que plus de 250 employés du DFAE ont critiqué à plusieurs reprises l’approche de Cassis, mais celui-ci persiste sur sa voie et sape l’éthique et l’expertise de son département. Silence sur les crimes de guerre et le génocide Pendant que l’ONU, les ONG et les experts ont documenté les violations répétées et systématiques au droit international et le génocide, Cassis reste étrangement silencieux et renonce au rôle historique de la Suisse en que défenseur du droit international. Atteinte à la neutralité de la Suisse L’indignation sélective et le parti-pris évident ont endommagé la crédibilité de la Suisse en tant qu’intermédiaire indépendant. Manque de cohérence Alors que la Suisse a prononcé des sanctions contre la Russie pour l’invasion de l’Ukraine, rien de tel n’a été fait à l’égard d’Israël, à l’exception de faibles condamnations et quelques recommandations non-contraignantes. Ce que doit fait la Suisse maintenant – Les exigences minimales 1. Reconnaissance immédiate d’un état palestinien, en accord avec la position suisse en faveur de la solution à deux états (à l’instar du Royaume-Uni, du Canada, de l’Australie, de la France, et de tant d’autres). 2. Cessation de toute coopération militaire avec Israël, au moins pendant la durée des violations du droit international. 3. Suspension des traités de libre-échange avec Israël, jusqu’à ce que le respect du droit international soit garanti. 4. Mise en place de sanctions ciblées et de poursuite judiciaire à l’encontre des colons violents, des militaires ainsi que les autorités, impliqués dans les violations du droit international. Notre exigence Nous demandons un départ immédiat du Conseiller Fédéral Ignazio Cassis du Département Fédéral des Affaires Etrangères, de façon à ce que ses affiliations personnelles ne portent plus atteintes aux intérêts de neutralité de la Suisse. La politique étrangère de la Suisse doit servir la Suisse – et non les intérêts des états étrangers. La neutralité doit être fondée sur des principes et non sur l’indifférence. La tradition humanitaire et diplomatique de la Suisse doit être universelle et non sélective. Signez cette pétition si vous pensez que la Suisse mérite une conduite de sa politique qui donne la priorité à ses intérêts, tout en soutenant nos valeurs humanitaires et notre crédibilité de neutralité sur la scène internationale.1.784 von 2.000 UnterschriftenGestartet von Eric Risse
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Petition: Die Schweiz hält sich nicht an die Völkermordkonvention - Ignazio Cassis muss abtretenEs ist Zeit, die Aussenpolitik zu ändern und sich an die gesetzliche Völkermordkonvention zu halten Das heisst: Sofortiges Beenden der militärischen und wirtschaftlichen Zusammenarbeit mit Israel und Sanktionen gegen gewalttätige Siedler*innen, Soldat*innen sowie Behörden, welche das Völkerrecht verletzen. Die Aussenpolitik unter Bundesrat Ignazio Cassis hat der Schweiz erheblichen Schaden zugefügt. Seine einseitige Positionierung zugunsten Israels hat Schweizer Interessen verraten, das Ansehen der Schweiz beeinträchtigt und schweizerische Werte der Neutralität und des Humanitarismus infrage gestellt. Die Schweiz geht einen Sonderweg, während die Welt voranschreitet Während viele unserer wichtigsten Partner*innen die Realität anerkennen, hinkt die Schweiz hinterher: • 2025: Das Vereinigte Königreich, Frankreich, Kanada, Australien, Portugal, Luxemburg, Malta und Belgien haben den Staat Palästina anerkannt. • 2024: Norwegen, Irland und Spanien haben den Schritt bereits gemacht. 156 Länder erkennen mittlerweile einen palästinensischen Staat an. Viele dieser Länder haben bereits Sanktionen gegen Israel verhängt. Eine überwältigende Mehrheit der Länder setzt sich für die grundlegenden Menschenrechte der Palästinenser*innen ein, während sich die Schweiz auf die Seite der völkermordausübenden Partei stellt und sich damit zunehmend isoliert. Cassis: Ein voreingenommener Aussenminister Das Problem ist klar: Bewiesene Voreingenommenheit Cassis diente als Vizepräsident der Freundschaftsgruppe Schweiz-Israel (2011-2017). Dies stellt einen offensichtlichen Interessenkonflikt bei der Führung der Nahostdiplomatie dar. Übernahme israelischer Rhetorik Cassis hat wiederholt israelische Rhetorik übernommen, insbesondere bezüglich der UNRWA, indem er die UN-Agentur für palästinensische Flüchtlinge als "Teil des Problems" bezeichnete, anstatt die humanitäre und diplomatische Verpflichtung der Schweiz zu verteidigen. Ignorieren professioneller Ratschläge 55 ehemalige und aktuelle Schweizer Diplomat*innen sowie über 250 EDA-Mitarbeitende haben wiederholt Cassis' Ansatz kritisiert, aber er beharrt auf seinem Kurs und untergräbt die Ethik und Expertise seines Departements. Schweigen zu Kriegsverbrechen und Völkermord Während die UN, NGOs und Expert*innen wiederholte und systematische Verletzungen des Völkerrechts und Völkermord dokumentieren, bleibt Cassis verdächtig still und gibt die historische Rolle der Schweiz als Verteidigerin des Völkerrechts auf. Gefährdung der Schweizer Neutralität Die selektive Empörung und offensichtliche Voreingenommenheit haben die Glaubwürdigkeit der Schweiz als unabhängige Vermittlerin untergraben. Mangel an Kohärenz Während die Schweiz Sanktionen gegen Russland wegen der Invasion der Ukraine verhängt hat, wurde bezüglich Israel nichts dergleichen getan, abgesehen von schwachen Verurteilungen und einigen unverbindlichen Empfehlungen. Was die Schweiz jetzt tun muss – Die Mindestforderungen 1. Sofortige Anerkennung eines palästinensischen Staates, im Einklang mit der Schweizer Position zugunsten der Zweistaatenlösung (nach dem Vorbild des Vereinigten Königreichs, Frankreichs, Kanadas, Australiens und anderer). 2. Einstellung jeder militärischen Zusammenarbeit mit Israel, mindestens während der Dauer der Völkerrechtsverletzungen. 3. Aussetzung der Freihandelsabkommen mit Israel, bis die Einhaltung des Völkerrechts gewährleistet wird. 4. Verhängung gezielter Sanktionen und rechtliche Verfolgung gegen gewalttätige Siedler*innen, Soldat*innen sowie Behörden, die an Verletzungen des Völkerrechts beteiligt sind. Unsere Forderung Wir fordern den sofortigen Rücktritt von Bundesrat Ignazio Cassis aus dem Eidgenössischen Departement für auswärtige Angelegenheiten, damit seine persönlichen Verbindungen nicht länger die neutralen schweizerischen Interessen beeinträchtigen. Die Aussenpolitik der Schweiz muss der Schweiz dienen – und nicht den Interessen fremder Staaten. Neutralität muss prinzipienbasiert und nicht gleichgültig sein. Die humanitäre Tradition der Schweiz muss universal und nicht selektiv sein. Unterschreiben Sie diese Petition, wenn Sie denken, dass die Schweiz eine Führung ihrer Aussenpolitik verdient, die ihre Interessen priorisiert und dabei unsere humanitären Werte und unsere neutrale Glaubwürdigkeit auf der Weltbühne unterstützt.1.404 von 2.000 UnterschriftenGestartet von Ivan Abegglen
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Kein Zürcher Geld für den Genozid!Die Stadt Zürich Die Stadt Zürich ist als Vertreterin der Arbeitgeberseite direkt an der Verwaltung der PKZH beteilig. Was sagt die Stadt zur Lage in Palästina? «Der Stadtrat ist besorgt und bestürzt über die Entwicklung der humanitären Lage. Im Rahmen der humanitären Hilfe der Stadt Zürich spricht der Stadtrat einen Beitrag von 580 000 Franken zur Unterstützung der Zivilbevölkerung im Gazastreifen.» (Medienmitteilung vom 14. November 2024). Am Schluss ist zu lesen: »Der Stadtrat fordert alle Akteure zum Schutz der Zivilbevölkerung auf. Er hofft auf ein baldiges Ende der Gewalt in Nahost und auf Frieden.» UN-Bericht Im UN-Bericht «From economy of occupation to economy of genocide» (A/HRC/59/23, März 2025) von Francesca Albanese, Sonderberichterstatterin der Vereinten Nationen für die besetzten palästinensischen Gebiete, werden BlackRock sowie PIMCO als grosse, einflussreiche Finanzakteure benannt. Durch ihre Investitionen in israelische Staatsanleihen und andere Finanzprodukte unterstützen sie die israelische Besatzung und Militäroperationen. Weiter hält der Bericht fest, dass beide Finanzunternehmen von Israels «Ökonomie des Genozids» profitieren. Passagen aus dem UN-Bericht • «Grosse Vermögensverwalter wie BlackRock, PIMCO und andere institutionelle Investoren tragen durch den Kauf israelischer ‹war bonds› zur Finanzierung der militärischen Operationen im besetzten palästinensischen Gebiet bei.» • «Diese Investitionen widersprechen klar den internationalen Menschenrechtsnormen und zeigen eine eklatante Missachtung von Sorgfaltspflichten in Bezug auf Umwelt, Soziales und Governance (ESG).» • «Unternehmen, die Geschäftsaktivitäten und Investitionen in Verbindung mit der Besatzung fortsetzen, tragen ausdrücklich zur Verletzung des palästinensischen Rechts auf Selbstbestimmung, zur Annexion, zur Aufrechterhaltung der illegalen Besatzung sowie zu Verbrechen der Apartheid und des Völkermords bei.» (Abschnitt 20) • «Die Verantwortung von Unternehmen und ihren Führungskräften umfasst die Pflicht, unverzüglich alle Geschäftsbeziehungen im Zusammenhang mit der Besatzung zu beenden oder sich rechtlichen Konsequenzen zu stellen.» Internationaler Gerichtshof Der Internationale Gerichtshof (IGH) hat im Juli 2024 sein Gutachten «Advisory Opinion: Legal Consequences arising from the Policies and Practices of Israel in the Occupied Palestinian Territory, including East Jerusalem» veröffentlicht. Darin wird unter anderem festgehalten: • «Alle Staaten sind verpflichtet, die aus der rechtswidrigen Präsenz Israels im besetzten palästinensischen Gebiet resultierende Situation nicht als rechtmässig anzuerkennen und keine Hilfe oder Unterstützung zur Aufrechterhaltung dieser Situation zu leisten.» • «Internationale Organisationen, einschliesslich der Vereinten Nationen, sind verpflichtet, die aus der rechtswidrigen Präsenz Israels im besetzten palästinensischen Gebiet resultierende Situation nicht als rechtmässig anzuerkennen.» Fazit Wenn die PKZH über PIMCO und andere in israelische Kriegsanleihen investiert, fliesst Kapital an den israelischen Staat zur Finanzierung seiner Besatzung, Apartheid und Kriegsverbrechen. Somit verstösst die PKZH im Lichte des IGH-Gutachtens in zweifacher Hinsicht gegen die völkerrechtlichen Pflichten der Schweiz: 1. Anerkennung der Situation: Durch die Investition wird Israels Handeln faktisch als legitim und «investierbar» behandelt. Das läuft der Pflicht zuwider, die rechtswidrige Situation nicht als rechtmässig anzuerkennen. 2. Leisten von Hilfe oder Unterstützung: Durch die Finanzierung von Staatsanleihen trägt die PKZH direkt zur Aufrechterhaltung der rechtswidrigen Besatzung bei. Nicht mit meinem Geld, nicht in meinem Namen! Es kann nicht sein, dass sich die Stadt Zürich auf der einen Seite den Frieden wünscht, gleichzeitig aber blindlings in den Krieg investiert!768 von 800 UnterschriftenGestartet von PdA Zürich