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An: Segreteria di Stato della migrazione e Consiglio federale
Stop Dublino Croazia
La Segreteria di Stato della migrazione complice di violenze della polizia in Croazia!
Petizione urgente per il Consiglio federale, il Dipartimento di giustizia e polizia e la Segreteria di Stato della migrazione
Noi, migranti e persone solidali attualmente in Svizzera, chiediamo che :
→ venga applicata la clausola di sovranità per coloro che hanno subito violenze e che vengano immediatamente sospesi i rimpatri Dublino verso la Croazia e verso altri Paesi che violano sistematicamente i diritti umani dei richiedenti d’asilo secondo l'articolo 3 della CEDU;
→ tutte le persone che domandano l’asilo presenti sul territorio svizzero ricevano un'accoglienza dignitosa e abbiano accesso a tutte le cure mediche di cui hanno bisogno per ricostruire la loro vita dopo i traumi subiti; le perizie mediche necessarie nell'ambito della procedura di asilo devono essere loro accessibili;
→ la Confederazione nomini una commissione indipendente per indagare sulle violenze subite in Croazia dalle persone che attualmente chiedono asilo in Svizzera;
→ le persone che chiedono asilo abbiano un accesso completo e trasparente sull’avanzare della loro procedura. Esse devono poter ricevere informazioni chiare sui loro diritti e sulla procedura in corso.
Petizione urgente per il Consiglio federale, il Dipartimento di giustizia e polizia e la Segreteria di Stato della migrazione
Noi, migranti e persone solidali attualmente in Svizzera, chiediamo che :
→ venga applicata la clausola di sovranità per coloro che hanno subito violenze e che vengano immediatamente sospesi i rimpatri Dublino verso la Croazia e verso altri Paesi che violano sistematicamente i diritti umani dei richiedenti d’asilo secondo l'articolo 3 della CEDU;
→ tutte le persone che domandano l’asilo presenti sul territorio svizzero ricevano un'accoglienza dignitosa e abbiano accesso a tutte le cure mediche di cui hanno bisogno per ricostruire la loro vita dopo i traumi subiti; le perizie mediche necessarie nell'ambito della procedura di asilo devono essere loro accessibili;
→ la Confederazione nomini una commissione indipendente per indagare sulle violenze subite in Croazia dalle persone che attualmente chiedono asilo in Svizzera;
→ le persone che chiedono asilo abbiano un accesso completo e trasparente sull’avanzare della loro procedura. Esse devono poter ricevere informazioni chiare sui loro diritti e sulla procedura in corso.
Warum ist das wichtig?
Perché esistono innumerevoli testimonianze di violenze e minacce razziste da parte dello Stato croato nei confronti delle persone in esilio.
Perché l'accesso all'assistenza sanitaria in Croazia per i richiedenti d’asilo è carente.
Perché il rischio di violazione del principio di non respingimento è reale.
Perché diverse denunce contro le decisioni di rinvio in Croazia sono pendenti davanti a vari organismi internazionali.
Ogni giorno i collettivi Droit de rester (Friborgo, Neuchâtel e Vaud) ricevono innumerevoli e terribili testimonianze di richiedenti d’asilo in fuga dal Burundi, dall'Afghanistan, dal Kurdistan e da altri Paesi. Devono essere ascoltati.
Tutti denunciano la violenza sistemica dello stato croato nei loro confronti:
"Mi sono trovato da sola con due poliziotti che ridevano di me. Hanno iniziato a spogliarmi”
"Sono stato picchiato dalla polizia con un bambino sulla schiena”
"I poliziotti mi hanno lasciato in un garage senza luce, senza servizi igienici e senza cibo con molte altre persone"
"Ci hanno lasciati fuori durante la notte, mentre pioveva, con bambini piccoli e donne incinte”
"Sotto minaccia, ci hanno fatto firmare diversi documenti nella loro lingua, anche se non la capiamo”.
Diverse persone testimoniano di essere state minacciate dalla polizia croata che sarebbero state nuovamente picchiate e rinchiuse se fossero tornate in Croazia.
Tutte queste violenze provocano gravi traumi, che la Segreteria di Stato della migrazione rifiuta sistematicamente di prendere in considerazione.
La Svizzera, che si vanta di una lunga tradizione umanitaria e del suo ruolo nelle organizzazioni internazionali, non può continuare a rimandare persone vittime di tali violenze in un paese che le esegue sistematicamente. Rimandando i richiedenti d’asilo in Croazia, la Svizzera rischia di venir meno ai suoi obblighi internazionali, rendendosi colpevole e complice di respingimenti a catena.
Al momento, non c'è alcuna garanzia che le persone rinviate in Croazia non vengano deportate nel paese da cui fuggono. È stato riferito che una persona rientrata in Croazia è stata successivamente rispedita in Turchia e condannata a 18 anni di carcere.
Questa petizione fa parte di una campagna avviata il 18 ottobre 2022 dai collettivi Droit de rester in Svizzera francese. Sostenuti da una trentina di organizzazioni, hanno scritto una lettera aperta alla Segreteria di Stato della migrazione per chiedere d’interrompere tutti i rinvii verso la Croazia secondo gli accordi di Dublino. Il giorno successivo, una cinquantina di persone minacciate d’ espulsione, e che vivono in diversi centri federali per l'asilo, si sono riunite a Neuchâtel per testimoniare durante una conferenza stampa della loro esperienza in Croazia. Il dossier del comunicato di stampa, contiene tutte le loro testimonianze. Molti media hanno riportato i fatti, ma la Segreteria di Stato della migrazione mantiene la sua posizione. Le procedure di Dublino sono liquidate velocemente e malamente e le persone non hanno il tempo di consultare un medico. L'8 novembre è stato pubblicato un comunicato stampa al riguardo.
Risorse :
Nel suo rapporto del 13 settembre 2022, l'Organizzazione svizzera per l'aiuto ai rifugiati (OSAR) ritiene che i trasferimenti verso la Croazia ai sensi del regolamento Dublino III sono, in principio, illegali e illeciti. L'OSAR chiede alle autorità di interrompere questi trasferimenti. Sottolinea inoltre che la violazione di norme perentorie del diritto internazionale al confine non può essere considerata indipendentemente dalla situazione all'interno del paese.
L'articolo 25.2 e 25.3 della Costituzione svizzera ricorda che i rifugiati non possono essere rinviati nel territorio di uno Stato in cui sono perseguitati o nel territorio di uno Stato in cui rischiano la tortura, trattamenti o punizioni crudeli e inumani.
L'articolo 33 della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati stabilisce inoltre che gli Stati contraenti non possono espellere una persona rifugiata verso le frontiere di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, della sua religione, della sua nazionalità, della sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.
Questi principi sono garantiti in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e dalla Convenzione europea sui diritti umani.
Perché l'accesso all'assistenza sanitaria in Croazia per i richiedenti d’asilo è carente.
Perché il rischio di violazione del principio di non respingimento è reale.
Perché diverse denunce contro le decisioni di rinvio in Croazia sono pendenti davanti a vari organismi internazionali.
Ogni giorno i collettivi Droit de rester (Friborgo, Neuchâtel e Vaud) ricevono innumerevoli e terribili testimonianze di richiedenti d’asilo in fuga dal Burundi, dall'Afghanistan, dal Kurdistan e da altri Paesi. Devono essere ascoltati.
Tutti denunciano la violenza sistemica dello stato croato nei loro confronti:
"Mi sono trovato da sola con due poliziotti che ridevano di me. Hanno iniziato a spogliarmi”
"Sono stato picchiato dalla polizia con un bambino sulla schiena”
"I poliziotti mi hanno lasciato in un garage senza luce, senza servizi igienici e senza cibo con molte altre persone"
"Ci hanno lasciati fuori durante la notte, mentre pioveva, con bambini piccoli e donne incinte”
"Sotto minaccia, ci hanno fatto firmare diversi documenti nella loro lingua, anche se non la capiamo”.
Diverse persone testimoniano di essere state minacciate dalla polizia croata che sarebbero state nuovamente picchiate e rinchiuse se fossero tornate in Croazia.
Tutte queste violenze provocano gravi traumi, che la Segreteria di Stato della migrazione rifiuta sistematicamente di prendere in considerazione.
La Svizzera, che si vanta di una lunga tradizione umanitaria e del suo ruolo nelle organizzazioni internazionali, non può continuare a rimandare persone vittime di tali violenze in un paese che le esegue sistematicamente. Rimandando i richiedenti d’asilo in Croazia, la Svizzera rischia di venir meno ai suoi obblighi internazionali, rendendosi colpevole e complice di respingimenti a catena.
Al momento, non c'è alcuna garanzia che le persone rinviate in Croazia non vengano deportate nel paese da cui fuggono. È stato riferito che una persona rientrata in Croazia è stata successivamente rispedita in Turchia e condannata a 18 anni di carcere.
Questa petizione fa parte di una campagna avviata il 18 ottobre 2022 dai collettivi Droit de rester in Svizzera francese. Sostenuti da una trentina di organizzazioni, hanno scritto una lettera aperta alla Segreteria di Stato della migrazione per chiedere d’interrompere tutti i rinvii verso la Croazia secondo gli accordi di Dublino. Il giorno successivo, una cinquantina di persone minacciate d’ espulsione, e che vivono in diversi centri federali per l'asilo, si sono riunite a Neuchâtel per testimoniare durante una conferenza stampa della loro esperienza in Croazia. Il dossier del comunicato di stampa, contiene tutte le loro testimonianze. Molti media hanno riportato i fatti, ma la Segreteria di Stato della migrazione mantiene la sua posizione. Le procedure di Dublino sono liquidate velocemente e malamente e le persone non hanno il tempo di consultare un medico. L'8 novembre è stato pubblicato un comunicato stampa al riguardo.
Risorse :
Nel suo rapporto del 13 settembre 2022, l'Organizzazione svizzera per l'aiuto ai rifugiati (OSAR) ritiene che i trasferimenti verso la Croazia ai sensi del regolamento Dublino III sono, in principio, illegali e illeciti. L'OSAR chiede alle autorità di interrompere questi trasferimenti. Sottolinea inoltre che la violazione di norme perentorie del diritto internazionale al confine non può essere considerata indipendentemente dalla situazione all'interno del paese.
L'articolo 25.2 e 25.3 della Costituzione svizzera ricorda che i rifugiati non possono essere rinviati nel territorio di uno Stato in cui sono perseguitati o nel territorio di uno Stato in cui rischiano la tortura, trattamenti o punizioni crudeli e inumani.
L'articolo 33 della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati stabilisce inoltre che gli Stati contraenti non possono espellere una persona rifugiata verso le frontiere di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, della sua religione, della sua nazionalità, della sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.
Questi principi sono garantiti in particolare dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e dalla Convenzione europea sui diritti umani.