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An: Ignazio Cassis
Petizione: La Svizzera non rispetta la Convenzione sul genocidio - Ignazio Cassis deve dimettersi
Ai sensi dell'articolo I della Convenzione sul genocidio, la Svizzera si impegna a prevenire e punire il genocidio.
Questo principio è sancito dal diritto penale dal 6 dicembre 2000, ma nel caso del genocidio perpetrato da Israele viene ignorato dal consigliere federale Cassis. Attraverso la sua cooperazione con Israele, la Svizzera sostiene il genocidio della popolazione palestinese invece di prevenirlo e punirlo. Il genocidio è stato ormai sufficientemente documentato dall'ONU, dalle organizzazioni per i diritti umani e dalla stragrande maggioranza degli esperti in materia.
Il caso è chiaro: con la sua agenda israeliana, Cassis mina i valori e i doveri della Svizzera e deve dimettersi.
Warum ist das wichtig?
È tempo di cambiare la politica estera e di rispettare la Convenzione sul genocidio
Ciò significa: cessare immediatamente la cooperazione militare ed economica con Israele e imporre sanzioni contro i coloni violenti, i soldati e le autorità che violano il diritto internazionale.
La politica estera del consigliere federale Ignazio Cassis ha causato danni considerevoli alla Svizzera. La sua posizione unilaterale a favore di Israele ha compromesso gli interessi svizzeri, danneggiato la reputazione della Svizzera e messo in discussione i valori svizzeri di neutralità e umanitarismo.
La Svizzera segue una strada speciale, mentre il mondo va avanti
Mentre molti dei nostri partner più importanti riconoscono la realtà, la Svizzera resta indietro:
- 2025: Regno Unito, Francia, Canada, Australia, Portogallo, Lussemburgo, Malta e Belgio hanno riconosciuto lo Stato di Palestina.
- 2024: Norvegia, Irlanda e Spagna hanno già compiuto questo passo.
156 paesi riconoscono ormai lo Stato palestinese. Molti di questi paesi hanno già imposto sanzioni contro Israele
Una stragrande maggioranza dei paesi si impegna a favore dei diritti umani fondamentali dei palestinesi, mentre la Svizzera si schiera dalla parte della parte che commette genocidio, isolandosi sempre più.
Cassis: un ministro degli esteri di parte
Il problema è evidente:
Pregiudizio comprovato
Cassis ha ricoperto la carica di vicepresidente del gruppo di amicizia Svizzera-Israele (2011-2017). Ciò rappresenta un evidente conflitto di interessi nella conduzione della diplomazia in Medio Oriente.
Cassis ha ricoperto la carica di vicepresidente del gruppo di amicizia Svizzera-Israele (2011-2017). Ciò rappresenta un evidente conflitto di interessi nella conduzione della diplomazia in Medio Oriente.
Adozione della retorica israeliana
Cassis ha ripetutamente adottato la retorica israeliana, in particolare per quanto riguarda l'UNRWA, definendo l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi «parte del problema», invece di difendere l'impegno umanitario e diplomatico della Svizzera.
Cassis ha ripetutamente adottato la retorica israeliana, in particolare per quanto riguarda l'UNRWA, definendo l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi «parte del problema», invece di difendere l'impegno umanitario e diplomatico della Svizzera.
Ignorare i consigli professionali
55 diplomatici svizzeri attuali ed ex diplomatici, nonché oltre 250 collaboratori del DFAE, hanno ripetutamente criticato l'approccio di Cassis, ma egli persiste nella sua linea, compromettendo l'etica e la competenza del suo dipartimento.
55 diplomatici svizzeri attuali ed ex diplomatici, nonché oltre 250 collaboratori del DFAE, hanno ripetutamente criticato l'approccio di Cassis, ma egli persiste nella sua linea, compromettendo l'etica e la competenza del suo dipartimento.
Silenzio sui crimini di guerra e sul genocidio
Mentre l'ONU, le ONG e gli esperti documentano violazioni ripetute e sistematiche del diritto internazionale e genocidi, Cassis rimane sospettosamente in silenzio, rinunciando al ruolo storico della Svizzera come difensore del diritto internazionale.
Mentre l'ONU, le ONG e gli esperti documentano violazioni ripetute e sistematiche del diritto internazionale e genocidi, Cassis rimane sospettosamente in silenzio, rinunciando al ruolo storico della Svizzera come difensore del diritto internazionale.
Messa a rischio della neutralità svizzera
L'indignazione selettiva e l'evidente parzialità hanno minato la credibilità della Svizzera come mediatrice indipendente.
L'indignazione selettiva e l'evidente parzialità hanno minato la credibilità della Svizzera come mediatrice indipendente.
Mancanza di coerenza
Mentre la Svizzera ha imposto sanzioni alla Russia per l'invasione dell'Ucraina, non ha fatto nulla di simile nei confronti di Israele, a parte deboli condanne e alcune raccomandazioni non vincolanti.
Mentre la Svizzera ha imposto sanzioni alla Russia per l'invasione dell'Ucraina, non ha fatto nulla di simile nei confronti di Israele, a parte deboli condanne e alcune raccomandazioni non vincolanti.
Cosa deve fare ora la Svizzera – Le richieste minime
- Riconoscimento immediato di uno Stato palestinese, in linea con la posizione svizzera a favore della soluzione dei due Stati (seguendo l'esempio del Regno Unito, della Francia, del Canada, dell'Australia e di altri).
- Cessazione di ogni cooperazione militare con Israele, almeno per la durata delle violazioni del diritto internazionale.
- Sospensione degli accordi di libero scambio con Israele fino a quando non sarà garantito il rispetto del diritto internazionale.
- Imposizione di sanzioni mirate e azioni legali contro i coloni violenti, i soldati e le autorità coinvolte in violazioni del diritto internazionale.
La nostra richiesta
Chiediamo le dimissioni immediate del consigliere federale Ignazio Cassis dal Dipartimento federale degli affari esteri, affinché i suoi legami personali non compromettano più gli interessi neutrali della Svizzera.
La politica estera della Svizzera deve servire la Svizzera e non gli interessi di Stati stranieri.
La neutralità deve essere basata su principi e non sull'indifferenza. La tradizione umanitaria della Svizzera deve essere universale e non selettiva.
Firmate questa petizione se ritenete che la Svizzera meriti una politica estera che dia priorità ai suoi interessi e sostenga i nostri valori umanitari e la nostra credibilità neutrale sulla scena mondiale.