An: Università di Losanna (UNIL)
È tempo di commemorare Jean Wintsch, l’unico a dire no al dottorato h.c. a Mussolini

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L’8 aprile 2025, l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) sezione di Ginevra “Marcello Malentacchi” con il sostegno di oltre 100 firmatari dal mondo accademico, culturale e associativo – in Svizzera e all’estero – ha inviato una lettera ufficiale al Rettore e alla Direzione dell’Università di Losanna (UNIL) per chiedere una commemorazione in onore del Professor Jean Wintsch.
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L’8 aprile 2025, l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) sezione di Ginevra “Marcello Malentacchi” con il sostegno di oltre 100 firmatari dal mondo accademico, culturale e associativo – in Svizzera e all’estero – ha inviato una lettera ufficiale al Rettore e alla Direzione dell’Università di Losanna (UNIL) per chiedere una commemorazione in onore del Professor Jean Wintsch.
Jean Wintsch fu l’unico membro dell’École des sciences sociales et politiques ad opporsi, al conferimento del titolo di Dottore Honoris Causa a Benito Mussolini da parte dell’UNIL nel 1937.
Oggi chiediamo all’Università di Losanna:
- di commemorare pubblicamente ogni 8 aprile il Professor Jean Wintsch;
- di intitolargli uno spazio all’interno del campus, in coerenza con le raccomandazioni del gruppo di lavoro interno che ha esaminato la richiesta alla revoca del dottorato h.c di Mussolini.
Warum ist das wichtig?
Il gesto del Professor Wintsch è un raro e limpido esempio di dissenso morale e accademico in un’epoca segnata da paura e conformismo. Riconoscere pubblicamente la sua scelta significa:
- onorare il coraggio individuale contro il fascismo;
- rafforzare la memoria attiva come strumento educativo;
- riaffermare l’impegno dell’Università nei confronti dei valori democratici, antifascisti e di responsabilità civile.
Riteniamo che il ritiro delle onorificenze a Mussolini (tra cui il Dottorato h.c) resti un tema rilevante, come mostrano i gesti compiuti recentemente da diversi comuni italiani tra cui quello di Salò (già sede della Repubblica Sociale Italiana), che hanno ritirato la cittadinanza onoraria, anche laddove mancava una normativa in materia.
A quasi novant’anni di distanza, questo non è solo un atto simbolico. È un segnale concreto che l’UNIL può dare per ribadire che la storia si affronta, non si cancella.