An: Consigliere federale Rösti
Stop al business miliardario della pubblicità ingannevole!
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Egregio Consigliere federale Rösti
La pubblicità ingannevole sulle piattaforme social e nei motori di ricerca deve poter essere segnalata dagli utenti. Colmi la lacuna nella regolamentazione prevista per le piattaforme, affinché Zuckerberg & Co. si assumano le proprie responsabilità invece di guadagnare miliardi con la pubblicità ingannevole.
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Egregio Consigliere federale Rösti
La pubblicità ingannevole sulle piattaforme social e nei motori di ricerca deve poter essere segnalata dagli utenti. Colmi la lacuna nella regolamentazione prevista per le piattaforme, affinché Zuckerberg & Co. si assumano le proprie responsabilità invece di guadagnare miliardi con la pubblicità ingannevole.
Warum ist das wichtig?
Nel 2024, l'azienda Meta di Mark Zuckerberg ha guadagnato 16 miliardi di dollari vendendo pubblicità ingannevole su Instagram, Facebook e simili. Questo corrisponde a più di un sesto dell'intero bilancio statale svizzero dello stesso anno (84,3 miliardi di CHF)!
Anche in Svizzera i truffatori sfruttano la pubblicità sui social media per ingannare migliaia di vittime. I numeri sono in forte aumento: cinque volte più segnalazioni rispetto al 2024, oltre 3000 casi svizzeri nella prima metà del 2025.
Può succedere a tutti/e, a persone come Lei e noi. Si perdono decine di migliaia di franchi, mentre i super ricchi e le loro aziende tecnologiche non solo consentono questa pubblicità ingannevole, ma guadagnano anche miliardi. Questa situazione non può continuare!
Gli/Le utenti devono poter segnalare facilmente le pubblicità fraudolente sulle piattaforme e sui motori di ricerca. Questa possibilità di segnalazione è importante e deve essere sancita dalla legge. Invece, il Consiglio federale la mette a rischio: ha proposto una legge per regolamentare le piattaforme. Essa prevede che le piattaforme debbano istituire centri di segnalazione affinché gli utenti possano segnalare determinati reati, ma proprio il reato di frode non è incluso nell'elenco!
Le piattaforme non sarebbero quindi obbligate a consentire la segnalazione delle frodi in modo semplice. Ciò andrebbe a vantaggio delle piattaforme poco trasparenti e creerebbe incentivi sbagliati: senza segnalazioni, le autorità di polizia non possono dimostrare che i gestori delle piattaforme fossero a conoscenza degli annunci fraudolenti. In questo modo le piattaforme possono sottrarsi alla responsabilità.
Noi, l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana e la Società Digitale, la esortiamo, signor Consigliere federale Rösti, a colmare questa lacuna: gli/le utenti devono poter segnalare le frodi affinché le piattaforme si assumano finalmente le loro responsabilità e smettano di vendere pubblicità fraudolente per guadagnare miliardi.
Anche in Svizzera i truffatori sfruttano la pubblicità sui social media per ingannare migliaia di vittime. I numeri sono in forte aumento: cinque volte più segnalazioni rispetto al 2024, oltre 3000 casi svizzeri nella prima metà del 2025.
Può succedere a tutti/e, a persone come Lei e noi. Si perdono decine di migliaia di franchi, mentre i super ricchi e le loro aziende tecnologiche non solo consentono questa pubblicità ingannevole, ma guadagnano anche miliardi. Questa situazione non può continuare!
Gli/Le utenti devono poter segnalare facilmente le pubblicità fraudolente sulle piattaforme e sui motori di ricerca. Questa possibilità di segnalazione è importante e deve essere sancita dalla legge. Invece, il Consiglio federale la mette a rischio: ha proposto una legge per regolamentare le piattaforme. Essa prevede che le piattaforme debbano istituire centri di segnalazione affinché gli utenti possano segnalare determinati reati, ma proprio il reato di frode non è incluso nell'elenco!
Le piattaforme non sarebbero quindi obbligate a consentire la segnalazione delle frodi in modo semplice. Ciò andrebbe a vantaggio delle piattaforme poco trasparenti e creerebbe incentivi sbagliati: senza segnalazioni, le autorità di polizia non possono dimostrare che i gestori delle piattaforme fossero a conoscenza degli annunci fraudolenti. In questo modo le piattaforme possono sottrarsi alla responsabilità.
Noi, l’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana e la Società Digitale, la esortiamo, signor Consigliere federale Rösti, a colmare questa lacuna: gli/le utenti devono poter segnalare le frodi affinché le piattaforme si assumano finalmente le loro responsabilità e smettano di vendere pubblicità fraudolente per guadagnare miliardi.