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An: Film Festival Locarno, Città di Locarno
Locarno: don't touch the screen!

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Locarno: don’t touch the screen! – per la tutela dello schermo del Locarno Film Festival progettato da Livio Vacchini
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Locarno: don’t touch the screen! – per la tutela dello schermo del Locarno Film Festival progettato da Livio Vacchini
Ogni anno dal 1971, durante il Locarno Film Festival, Piazza Grande si trasforma in una sala cinematografica a cielo aperto per celebrare la settima arte nella sua forma più indipendente. Questo evento ricorrente, in cui la magia del cinema si mescola all’esperienza dello spazio urbano, è il frutto di un’intuizione del celebre architetto Livio Vacchini, che sviluppò su misura della piazza cittadina le specifiche strutture di proiezione, caratterizzate dall’iconica struttura reticolare.
Lo schermo e la cabina, che nel corso del tempo sono state adattate all’evoluzione tecnologica con intelligenza e rispetto del progetto originale, sono elementi irrinunciabili dell’architettura effimera che di anno in anno mette in atto l’eccezionale spettacolo urbano nella città devota al cinema. Essi trasmettono i valori identitari del Locarno Film Festival, della Città di Locarno, dell’Architettura moderna ticinese e della Cultura cinematografica svizzera e costituiscono un esempio unico, in Svizzera e non solo.
Purtroppo il Locarno Film Festival ha deciso, per motivi economici e logistici, di “mandare in pensione lo schermo” a cui ha preferito sistemi generici, sacrificando la sua ricca cultura architettonica.
Pur comprendendo la complessità delle sfide a cui il Locarno Film Festival deve rispondere, chiediamo:
- al Locarno Film Festival di preservare e valorizzare lo schermo e la cabina progettati da Livio Vacchini continuando ad impiegarli per le proiezioni in Piazza Grande;
- alle autorità comunali, cantonali e federali di tutelare la proiezione cinematografica in Piazza Grande durante il Locarno Film Festival e le strutture di proiezione appositamente sviluppato dall’architetto Livio Vacchini;
- di garantire in futuro trasparenza, partecipazione e dibattito pubblico riguardo a scelte dal forte impatto per il Festival in rapporto al suo ruolo culturale e ai valori identitari.
Le seguenti venti persone appartenenti ai settori della cinematografica, della cultura, dell’architettura e della tutela del patrimonio sottoscrivono la petizione. In ordine alfabetico:
- Michele Bardelli, architetto, già Municipale della Città di Locarno
- Silvia Barrera Meili, architetta, co-Presidente SIA Ticino e rappresentante SIA-Ticino nel Comitato CAT (Conferenza delle Associazioni Tecniche del Cantone Ticino)
- Michael Beltrami, regista e produttore
- Renato Berta, direttore della fotografia
- Patricia Boillat, cinema designer e filmmaker
- Mario Botta, architetto, Fondatore dell'Accademia di Architettura di Mendrisio
- Danilo Catti, regista e produttore
- Michele Dell'Ambrogio, critico cinematografico, Responsabile artistico del Circolo del cinema Bellinzona
- Tiziano Fontana, Presidente Società ticinese per l’arte e la natura STAN, Sezione ticinese di Patrimonio svizzero
- Franz Graf, architetto, Direttore Laboratoire des Techniques et de la Sauvegarde de l’Architecture Moderne TSAM – EPFL
- Elena Gugliuzza, cinema designer e filmmaker
- Villi Hermann, cineasta e produttore
- Adriano Kestenholz, regista, Presidente AFAT - Associazione Film Audiovisivi Ticino
- Marco Müller, Direttore Centro di Ricerche sulle Arti del Cinema, Università di Shanghai, già Direttore Locarno Film Festival (1992-2000)
- Nicola Navone, architetto e dottore di ricerca, Vicedirettore Archivio del Moderno dell’Università della Svizzera italiana
- Roberto Pomari, Presidente Film Festival Diritti Umani Lugano, già Direttore Palacinema
- Esmé Sciaroni, truccatrice cinematografica e architetta
- Silvio Soldini, regista e sceneggiatore
- Laurent Stalder, professore di storia e teoria dell’architettura, ex Direttore dell’Istituto di Storia e Teoria dell’Architettura GTA ETHZ
- Eloisa Vacchini, architetta, Titolare dello Studio Vacchini