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An: Beat Jans, Consigliere federale, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP)

Democrazia invece di Stato di sorveglianza!

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Il Consiglio federale intende limitare la sovranità digitale della Svizzera e il nostro anonimato su Internet mediante un'ordinanza: non possiamo permetterlo.

Con l'ordinanza sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (LSCPT), in futuro tutti/e gli/le utenti delle piattaforme e dei servizi informatici svizzeri saranno tenuti/e a identificarsi obbligatoriamente tramite carta d'identità, patente di guida o numero di telefono collegato.

Questi dati dovrebbero poi essere conservati per almeno sei mesi e le autorità potrebbero consultarli in modo standardizzato.

Si tratta di un grave attacco ai diritti fondamentali, alla protezione dei dati e alla libertà digitale. Questa misura ricorda le leggi sulla sorveglianza in vigore in Russia, Cina o Iran.

Chiediamo al Consiglio federale e in particolare al capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia, Beat Jans, di fermare immediatamente questo massiccio inasprimento!

Democrazia invece di Stato di sorveglianza!

Warum ist das wichtig?

Questa modifica dell'ordinanza mette a rischio la nostra protezione dei dati, la nostra sfera privata e viola i principi democratici:

La protezione dei dati e la sfera privata vengono compromesse

I fornitori di servizi digitali (e-mail, cloud, chat, VPN, ecc.) con più di 5'000 utenti saranno obbligati a identificarli (ad esempio tramite copia del documento d'identità, carta di credito o numero di telefono) e a conservare i loro dati per sei mesi.

Lo Stato potrebbe accedere a questi dati tramite una procedura standardizzata, una sorveglianza di massa senza motivo, come si vede solo negli Stati autoritari.

I giganti del tech ne traggono vantaggio, la Svizzera ci perde

I fornitori stranieri come Meta o Google non sono soggetti al regolamento. I fornitori svizzeri come Threema, Proton o Infomaniak, invece, sono soggetti a oneri enormi, il che rappresenta un chiaro svantaggio competitivo per il nostro settore tecnologico.

In un momento geopolitico critico, la sovranità digitale della Svizzera viene così minata.

Le PMI vengono sovraccaricate e messe a rischio

Le piccole e medie imprese dovrebbero introdurre onerosi obblighi di identificazione e conservazione dei dati, comprese costose misure di sicurezza per proteggere i dati sensibili.

Aumentano i rischi di fughe di dati, mentre i modelli di business basati sulla protezione dei dati e sull'anonimato (Proton, Threema, ecc.) non sono più possibili.

La via regolamentare è antidemocratica e discutibile dal punto di vista dello Stato di diritto

Il Consiglio federale sta cercando di imporre una modifica tramite un'ordinanza, nonostante il Parlamento, in occasione della prima revisione della legge, abbia espressamente voluto evitare di imporre oneri inutili alle PMI (ad esempio obblighi di identificazione e conservazione dei dati e costose misure di sicurezza). (1)

Ciò non solo ignora l'intenzione del Parlamento e i propri obiettivi, ma mina anche sentenze definitive: l'ordinanza prevista equiparerebbe di fatto fornitori come Threema e Proton ai classici fornitori di servizi di telecomunicazione come Swisscom, con obblighi di identificazione e conservazione dei dati di ampia portata. Con una modifica dell'ordinanza si intende ora imporre ciò che è già stato respinto dal Tribunale federale. 

L'azione del Consiglio federale mina le istituzioni democratiche e mette in discussione la volontà della popolazione, del Parlamento e della magistratura. I nostri dati appartengono a noi!

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Fonti:

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2025-05-20 17:20:20 +0200

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